giovedì 22 luglio 2010

Giorno dopo giorno

Siamo stati a Taranto, per dare il via al nostro progetto e incontrare delle persone che ci aiuteranno a portarlo a termine. Tutto è iniziato entrando nell’appartamento al piano terra di via De Cesare che ospita la sede locale dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma). Non c’è molto da spiegare a chi vive a Taranto quando si affronta un discorso su e riguardo l’ILVA. Tutti sanno qual è la situazione. Ecco perché non abbiamo avuto bisogno di molte parole per raccontare la nostra idea e il nostro obiettivo. L’Associazione, tra le altre cose, si occupa di assistenza ai malati di tumore e l’abbiamo contattata per realizzare una serie di ritratti. Grazie alla presidentessa Paola D’Andria abbiamo conosciuto Piero Mottolese, un personaggio incredibile, un ex operaio dell’acciaieria che ora trascorre gran parte del suo tempo a filmare e fotografare quello che succede intorno alla fabbrica e ti sa dire con esattezza quello che viene fuori dalle ciminiere. Con lui abbiamo trascorso 4 ore sotto il sole alla ricerca dei punti ideali per fotografare (la vigilanza della raffineria ENI non l’ha presa bene) e abbiamo girato per le strade del quartiere Tamburi. Da qualche giorno un’ordinanza del sindaco Stefàno proibisce ai bambini di giocare nelle aiuole contaminate. Non c’è un cartello che ne dia avviso ai residenti. I bambini che giocano, invece, ci sono. Come dice lo stesso Piero, questo è un quartiere di morti viventi.
Negli stessi giorni abbiamo incontrato anche un oncologo, il dott. Antonio Rinaldi, responsabile dell’ambulatorio di Castellaneta, paese a una mezz’ora d’auto da Taranto. Il dott. Rinaldi segue circa 1.200 pazienti, tantissimi vengono proprio dai Tamburi. Ci ha fornito qualche dato interessante sull’incidenza della malattia e sulle patologie rare che a Taranto sembrano manifestarsi più facilmente che altrove. Non è soddisfatto della condizione in cui si trova a lavorare – la situazione sanitaria del Sud è quella che è – ma sembra piuttosto combattivo. Ci darà sicuramente una mano.
Ora siamo a Roma ma presto torneremo a Taranto per fare altre foto, incontrare altre persone come Paola, il dott. Rinaldi, Ettore del gruppo di “Sensibilizzazioni libere e concrete” che ci ha offerto anche uno sguardo dall’alto di Taranto, della sua “città vecchia”, dei mari che la bagnano e dell’ILVA che la sta intossicando. Inesorabilmente, giorno dopo giorno.

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